(articolo tratto da “Giornale del Piemonte”)
L’Usarci, Unione sindacati agenti e rappresentanti di commercio italiani, lancia il suo appello al governo Berlusconi. Quello legato al recente decreto legge sulla finanza pubblica voluto dall’esecutivo, infatti, è stato un risveglio piuttosto brusco per la categoria degli agenti, che hanno visto una spada di Damocle materializzarsi non tanto sulle loro teste, quanto sull’Enasarco, ovvero l’ente previdenziale e pensionistico. Il decreto legge, infatti, prevede un forte ridimensionamento dell’indipendenza della cassa, che è stata invece privatizzata da due decreti legislativi, uno del 1994 e uno del 1996. Insomma, una sorpresa sgradita, che ha lasciato gli agenti di commercio piuttosto stupiti e che ora li
spinge a chiedere al governo di porre rimedio in occasione della conversione in legge del decreto.
Per far sentire la propria voce, Usarci si è unita alle altre sigle della categoria (da Fnaarc a Fiarc, da Filcams Cigl a Fisascat Cisl, fino a Ugl terziario e Uiltucs
Uil) e ha firmato un documento in cui rilancia la questione all’esecutivo. «È vero che svolgiamo una funzione pubblicistica, visto che ci occupiamo di dare pensioni, ma
questo non implica il controllo pubblico diretto sull’attività dell’Enasarco», dice Antonello Marzolla, segretario nazionale dell’Usarci. «Da anni, infatti, la legge ci ha dato una dimensione privata e non vogliamo che si torni indietro, cancellando 70
anni di storia con un colpo di spugna». Da qui, dunque, l’appello accorato che l’intera categoria rivolge al governo: «Speriamo che in occasione della discussione per la conversione del decreto in legge ci sia la volontà di porre rimedio a questo
comma che ci riguarda e che è comparso improvvisamente, tra una versione e l’altra del testo del decreto», aggiunge Marzolla.
Uno spiraglio di dialogo, peraltro, emerge se si pensa al discorso che un esponente del governo ha fatto poco tempo fa proprio di fronte a una platea di agenti di commercio: «Il Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a Verona ci aveva rassicurato sul ruolo privatistico delle casse professionali», sottolinea Marzolla. L’appello è lanciato, ora si attende la risposta del governo.
L’Usarci, Unione sindacati agenti e rappresentanti di commercio italiani, lancia il suo appello al governo Berlusconi. Quello legato al recente decreto legge sulla finanza pubblica voluto dall’esecutivo, infatti, è stato un risveglio piuttosto brusco per la categoria degli agenti, che hanno visto una spada di Damocle materializzarsi non tanto sulle loro teste, quanto sull’Enasarco, ovvero l’ente previdenziale e pensionistico. Il decreto legge, infatti, prevede un forte ridimensionamento dell’indipendenza della cassa, che è stata invece privatizzata da due decreti legislativi, uno del 1994 e uno del 1996. Insomma, una sorpresa sgradita, che ha lasciato gli agenti di commercio piuttosto stupiti e che ora li
spinge a chiedere al governo di porre rimedio in occasione della conversione in legge del decreto.
Per far sentire la propria voce, Usarci si è unita alle altre sigle della categoria (da Fnaarc a Fiarc, da Filcams Cigl a Fisascat Cisl, fino a Ugl terziario e Uiltucs
Uil) e ha firmato un documento in cui rilancia la questione all’esecutivo. «È vero che svolgiamo una funzione pubblicistica, visto che ci occupiamo di dare pensioni, ma
questo non implica il controllo pubblico diretto sull’attività dell’Enasarco», dice Antonello Marzolla, segretario nazionale dell’Usarci. «Da anni, infatti, la legge ci ha dato una dimensione privata e non vogliamo che si torni indietro, cancellando 70
anni di storia con un colpo di spugna». Da qui, dunque, l’appello accorato che l’intera categoria rivolge al governo: «Speriamo che in occasione della discussione per la conversione del decreto in legge ci sia la volontà di porre rimedio a questo
comma che ci riguarda e che è comparso improvvisamente, tra una versione e l’altra del testo del decreto», aggiunge Marzolla.
Uno spiraglio di dialogo, peraltro, emerge se si pensa al discorso che un esponente del governo ha fatto poco tempo fa proprio di fronte a una platea di agenti di commercio: «Il Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a Verona ci aveva rassicurato sul ruolo privatistico delle casse professionali», sottolinea Marzolla. L’appello è lanciato, ora si attende la risposta del governo.